Curiosità e self-control: doti da leader
In questo articolo sul suo blog per Psychology Today, Todd B. Kashdan parla da un punto di vista psicologico delle differenze tra George W. Bush e Barak Obama (con qualche chiara preferenza per quest’ultimo).
Nell’articolo ci sono alcuni spunti generali interessanti, in ottica di psicologia della leadership: secondo Kashdan, le migliori doti di Obama (come politico e come leader) sono la sua curiosità e il suo self-control. La loro combinazione gli permette di vedere gli eventi sotto nuove prospettive e di emettere giudizi informati, piuttosto che impegnarsi prematuramente su soluzioni che, alla lunga, potrebbero rivelarsi basate su un bagaglio informativo quantomeno insufficiente, quando non errato.
Tutto ciò implica la capacità di valutare una situazione piuttosto che cercare di dominarla.
In questo senso, Obama sta agendo anche quando in realtà sembra non fare nulla: sta permettendo alle situazioni di dipanarsi, aspettando la giusta breccia in cui infilarsi per esercitare efficacemente la propria leadership. Questo approccio è merce rara in questi tempi di fretta e di impazienza.
Ma è l’unico modo per esercitare la leadership in un mondo che cambia così rapidamente.
Nell’ottica della negoziazione, questo implica una genuina curiosità per le prospettive altrui. Quali sono i valori e gli interessi che motivano la controparte?
Come le aree di disaccordo possono essere riconosciute come principi opposti che, bilanciati, possono anche essere un reciproco arricchimento?
Significa sospendere le proprie convinzioni e ascoltare con apertura.
Il che non porta necessariamente ad accogliere il punto di vista altrui o a soluzioni di compromesso. Semplicemente, porta a raccogliere più elementi possibile per poi decidere con cognizione di causa.
Certo, per mantenere un atteggiamento curioso e aperto in situazioni stressanti (per esempio, di fronte ad una decisione di grande peso) c’è bisogno di capacità di tollerare l’incertezza e il disagio che questa provoca. In questo senso, la curiosità deve portare con sé una buona dosa di self-control.
La conclusione dell’articolo: abbiamo bisogno di leader che vadano alla ricerca di soluzioni nuove, invece che riciclare vecchi stereotipi. Abbiamo bisogno di leader interessati a come cambiare il proprio comportamento e i propri sentimenti per andare incontro a ciò che ogni situazione domanda loro.
Sottoscrivo.
Naturalmente, questo non vale soltanto in politica.
Certo, lì dove la posta in gioco è alta, forse, vale più che altrove.
Sono molto d’accordocon Kashdan.
Obama è stato eccessivamente acclamato all’elezione ed ora è eccessivamente criticato.
Credo che la curiosità e il self-control faranno di lui un leader storico … ma lasciamo parlare il tempo
Condivido il pensiero che mi riporta alla Capacità Negativa del prof. Giovan Francesco Lanzara; “la capacità di “essere” nell’incertezza, di farsi avvolgere nel mistero, di rendersi vulnerabili al dubbio, restando impassibili di fronte all’assenza o alla perdita di senso, senza voler a tutti i costi e rapidamente pervenire a fatto o a motivi certi”. “… consiste nell’accettare momenti di indeterminatezza e di assenza di direzione e di cogliere le potenzialità di comprensione e d’azione che possono rivelarsi in tali momenti” “Si tratta di essere capaci di accontentarsi di mezze conoscenze e di mantenere le cose in una sorta di animazione sospesa … dispone a lasciare che gli eventi seguano il loro corso, restando in vigile attesa e lasciarsi andare con essi senza pretendere di determinare a priori e a tutti i costi la direzione, il ritmo o il punto di arrivo”. E’ la qualità distintiva del man of achievement.
Ravviso nei diversi concetti proposti legami ed interessanti similitudini.
Grazie Barbara per il bel commento ed il parallelismo davvero interessante. Non conoscevo il Prof. Lanzara, penso proprio che approfondirò l’argomento.
Grazie per i commmenti e a Barbara per la segnalazione. Condivido appieno il legame tra i concetti espressi da Kashdan e quanto scrivi…
Tutto ciò mi ricollega al pensiero illuminante di Edgar Morin:
“E’ necessario Attendersi l’inaspettato!”..in una realtà “complessificata”..
Grazie, Luca, degli spunti così stimolanti