Finestre rotte a Groningen

La “teoria delle finestre rotte“, a quanto pare, ha trovato delle conferme in una ricerca condotta all’Università di Groningen e pubblicata su “Science” (il paper si intitola “Il contagio del disordine“).
I ricercatori hanno ideato una batteria di esperimenti volti a rilevare se e come il comportamento delle persone cambi a seconda dell’ambiente i cui si trovano.

E, proprio come ipotizzato dalla “teoria delle finestre rotte” (ideata nel 1982 dal politologo James Wilson e dal criminologo Gerge Kelling), elementi di contesto hanno influenzato in maniera statisticamente molto rilevante i comportamenti di una campione di soggetti ignari di essere oggetto di una ricerca.

Un esempio: i ricercatori hanno appeso volantini a delle biciclette parcheggiate in un vicolo ove non erano presenti cestini.
Nel primo caso, i muri del vicolo erano stati disegnati con dei graffiti, nel secondo, al contrario, apparivano puliti ed era stato affisso un cartello che vietava i graffiti.
Nella prima situazione, circa un terzo delle persone che si ritrovava un volantino sulla propria bicicletta lo gettava a terra o lo appoggiava su un’altra bicicletta, nel secondo caso (con la presenza di graffiti) la quantità di persone che adottavano questo comportamento socialmente riprovevole saliva a due terzi.

Risultati simili sono stati ottenuti anche con altre tipologie di esperimenti.
Sembra confermato, quindi, che chi si trova in una situazione in cui una norma è stata trasgredita (graffiti sui muri) appare più propenso a comportamenti trasgressivi, visto che il contesto gli comunica che la violazione di una regola è quanto meno tollerata.
Ricordo che proprio sulla teoria delle finestre rotte si è basa la strategia della “tolleranza zero” applicata a New York da Rudolf Giuliani, che non consiste, come molti credono, in una sproporzione della pena rispetto all’entità del delitto, ma piuttosto nel fatto che un comportamento antisociale (anche se di non grande rilevanza) abbia alte probabilità di essere punito.

Via Scientific American

 

 

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