Processi creativi
Proseguo il post di ieri sull’articolo di Hall e Johnson Arte e scienza nella gestione dei processi.
La matrice dei processi aiuta a stabilire dove applicare un process management che si ponga come obiettivo la standardizzazione e dove, invece, l’approccio artistico e creativo possa creare un significativo valore aggiunto.
Mentre sulla standardizzazione la letteratura è ampia e articolata, la gestione dei processi artistici è un terreno meno esplorato (e, per certi aspetti, piuttosto scivoloso).
Gli autori propongono la loro ricetta, che mi pare pragmatica ed equilibrata.
Per sviluppare un processo artistico serve un approccio in tre fasi, che per molti aspetti sono in netto contrasto con il process management tradizionale.
Fase 1: Identificazione dei processi artistici e dei processi scientifici.
In questo aiuta la matrice dei processi presentata nel post precedente.
Un processo è sicuramente artistico quando presenta un ambiente di processo con alta variabilità ed una percezione positiva della variabilità dell’output da parte dei clienti.
La difficoltà maggiore consiste nell’accompagnare lo sviluppo di processi nascenti o frammentati verso uno status di processi artistici o processi scientifici.
Naturalmente, questa distinzione e classificazione dei processi è assolutamente dinamica (come si vedrà anche nella fase 3).
Fase 2: Sviluppo di un’infrastruttura a supporto dell’arte
Gli obiettivi di questa fase sono due:
- creare un’infrastruttura che consenta agli “artisti” di avere garantita la libertà di esercitare ed affinare la propria arte
- fare in modo che l’arte crei il massimo valore per il cliente
Per raggiungere questi obiettivi è necessario:
- Creare indicatori appropriati.
Gli indicatori in genere hanno ha che vedere strettamente con il feedback dei clienti. - Fare lavorare insieme scienza ed arte.
Qualunque processo artistico deve essere supportato da una serie di processi che, invece, possono (e in molti casi devono) essere oggetto di standardizzazione (visto che questa standardizzazione è spesso la piattaforma su cui gli artisti poggiano la loro capacità di creare prodotti unici). - Creare un programma efficace di formazione.
Il trasferimento dei processi artistici è spesso più complesso rispetto al trasferimento di processi scientifici: richiede un percorso formativo articolato e, a volte, lungo. - Tollerare l’insuccesso.
Il meccanismo che costruisce la soddisfazione di un cliente in un processo artistico è delicato. L’insuccesso è una parte di questo gioco.
Fase 3: Revisione periodica della distinzione concettuale tra arte e scienza
I processi artistici hanno un costo. Spesso questo costo è anche elevato.
Per questo è necessario monitorare il cambiamento nei bisogni dei clienti e i mutamenti nella tecnologia.
Non si deve dare per scontata, insomma, la posizione di un processo all’interno della matrice.
Questo in estrema sintesi.
Ripeto, però, che tutto l’articolo merita una lettura.
Davvero interessante questo articolo… credo mi tornerà utile al confrontarmi, se avrò di nuovo un lavoro, con i clienti.
Grazie,
Francesco
Grazie Francesco.
E in bocca al lupo!
ciao,
ho appena fatto un corso in cui mi si illustrava il metodo c.p.s. per l’approccio innovativo ai problemi nel mondo del Lavoro (e non solo dico io).
Parlando con il docente e’ emerso quanto sia poco efficace applicare il metodo c.p.s. ai processi gia’ esistenti e che devono solo essere migliorati, secondo lui in questi casi melgio la razionalita’ e la logica tipihce del nostro razionamento razionale.
E’ davvero questo il cirterio con cui scegliere quando essere creativi e innovativi? GRazie mille
I temi che tratti sono davvero interessanti!!!
Manuela
Grazie Manuela per il tuo commento.
In realtà, gli autori hanno posto un problema complesso: quello della non corretta applicazione del process management. In questo senso, hanno dato alcuni spunti, che io ritengo davvero interessanti, su quando perseguire e valorizzare la creatività come motore del processo, e quando invece dedicarsi alla standardizzazione. Non dimenticando, però, che la creatività può servire anche (e può sembrare paradossale) per fare una buona standardizzazione!