Succede…

Succede che, al liceo, si sia un gruppo di amici.
Molto amici, se ha senso misurare.
Succede che si passino le serate dentro al discutere fitto del presente e del futuro. Di passato, poco, allora.
Di donne, certo. Ma anche di politica, letteratura, religione, del pallone.
Della vita, insomma.

Succede che ci sia uno di noi che guarda il mondo dentro alle palle degli occhi, con la lucidità che manca a tutti gli altri.
Va più vicino alla verità, semplicemente.

Succede, poi, che una cosa stupida separi le strade.
L’ho fatta io, a voler essere precisi, la cosa stupida. Che scemo.

Succede che le strade non si incontrino più.
Lui continua a fare quello che faceva allora, andare un pezzetto più vicino alla verità.
Lo so perché, ogni tanto, do un’occhiata in rete, digito il suo nome e credo, in questo modo, di farmi un’idea della sua vita.

Succede che, ieri sera, sto guardando mia figlia che ripassa la costruzione di un pentagono-regolare-dato-il-lato, e nel mentre leggo robe qua e là.
L’occhio mi cade su un nome.
Il suo.

Scopro che in una scala da uno a dieci, lui, oggi, è incazzato undici. E ne ha tutte le ragioni.
Le ha messe in un libro, le sue ragioni.
Dicono, i giornalisti, che, ancora una volta, ha guardato il mondo dentro le palle degli occhi.

Leggo che sarà ospite in TV, più tardi.

Esito, poi accendo.

Non è cambiato tanto, Massimiliano.
In queste occasioni si dice che le persone cambiano, ma gli occhi no.
Ma a vent’anni di distanza, chi se li ricorda più, gli occhi.

Parla di sé, parla di Moreno.

Succede che ci pensi una notte. Cerchi e non trovi.

Succede che, oggi, non avrò la forza di leggerlo, il libro di Massimiliano. Non oggi. A proposito di coraggio. E di verità.

Succede che mi alzi dal letto, è sabato, accompagni una figlia, quella del pentagono, a scuola.

Poi provi a scriverci su qualcosa.

Qualcosa bisognava pur fare.

 

4 commenti
  1. mario dice:

    Succede…
    Succede che ti accorgi dopo 20 anni che certi legami costruiti quando la vita ti sembra tutta possibile non si possano rompere completamente.
    Succede che ti rendi conto che “al di là del bene e del male” non è solo una frase detta una sera davanti ad una bottiglia di Bonarda, ma uno stato dell’essere che ci rende più sensibili a certi urli di dolore e ci impone, anche se magari non vorremmo e non sapremmo davvero come fare, di rispondere “ci sono”.
    Lunedì andrò in università e lo cercherò.
    Il resto verrà, come è sempre stato… Spero.
    E’ paradossale che lo senta come un bisogno mio e non come qualcosa che faccio per lui.
    E’ incredibile come questo sentimento torni a dare un senso all’essere vivo: mi sento in grado di fare qualsiasi cosa per lui; sono certo che incontrarlo non sarà facile, ma sono fiducioso perchè io i suoi occhi me li ricordo bene…
    Non so se voglio leggere il suo libro, nè oggi, nè domani: oggi vorrei che tornasse a raccontarmelo lui come facevamo in quella taverna, solo ieri.

  2. Ernesto Capozzo dice:

    Non posso non rispondere ad un post del genere: grazie Luca, per il taglio umano che hai dato! queste sono le cose importanti della vita, per dare un senso alle cose, come ha scritto il massimiliano,il padre nella recensione del libro.
    La SALUTE è un DONO è bisogna saperla apprezzare, tutto il resto è relativo. Spesso mi metto il naso rosso e vado trovare chi sta male; quanta energia ricevo dai loro occhi, anche se non vedono!
    Grazie di nuovo per questo post.

  3. franco dice:

    Coincidenze ? … non saprei, il fatto è che qualche giorno fa ricevo tramite mio fratello i saluti di Alessandro. Poi l’altra sera gironzolando sul web capito, non so come, sul blog di Luca e trovo un post che riguarda Massimiliano e per concludere l’opera trovo anche il commento di Mario… ed ecco che pochi giorni dopo il mio quarantaduesimo compleanno faccio un salto indietro di una ventina d’anni… e mi ritrovo circondato dagli amici con i quali tante serate e tanto bonarda ho condiviso. Coincidenze ? boh, sarà. Non ho visto l’intervista di Massi in televisione, ne avrei potuto vederla perché nemmeno i potenti mezzi del digitale terrestre sono riusciti a portare tutti i canali a casa mia, ma sono andato a cercarla sul web e… cavolo cavolo cavolo è proprio lui, la voce, la cadenza, le pause… gli occhi i suoi e i miei che in un attimo sono diventati lucidi e lo sono anche adesso, mentre scrivo. Con Luca e Mario ogni tanto ci si vede e Alessandro lo avevo visto qualche anno fa (nonostante lavoriamo e duecento metri uno dall’altro), Massimiliano non mi era capitato più di vederlo da allora. Ho ascoltato l’intervista solo a sprazzi con la mente che alternava passato e presente e nonostante la durezza e la serietà di quello che veniva detto guardavo lo schermo con un sorriso beato, con la sensazione di aver ritrovato un vecchio amico. Penso che leggerò il libro, ma non credo di avere il coraggio di Mario, di andarlo a cercare… sarebbe bello,… vorrei almeno riuscire a scrivergli qualcosa, ma con calma, trovando le parole giuste. Ho sempre pensato che, in caso di bisogno, tra noi del porciletto sarebbe bastato un colpo di telefono, come si vede nei film… “ciao sono io, ho bisogno di una mano”… e lo credo ancora… si credo che proverò a sentirlo…

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