La scrivania del 2030

Su Job24 di ieri, un articolo di Michela Finizio (con intervista al sociologo Domenico De Masi) su come si trasformeranno gli ambienti di lavoro di qui a vent’anni.
Niente più scrivanie fisse, il vero ufficio diventerà la rete. Il lavoro potrà essere svolto ovunque, e l’atomizzazione (come la definisce De Masi) dei dipendenti sarà un dato di fatto.
Non so giudicare quanto questi scenari possano essere realistici, ma senz’altro se si realizzeranno avranno un grosso impatto sul nostro modo di parlare di leadership, teamwork, team building, time management.

Mi devo preoccupare?

7 commenti
  1. Sara dice:

    Io ho sempre pensato che il vero leader si riconoscesse più nell’assenza che nella presenza; alla fine credo che l’organizzazione sia prevalentemente un fatto psicologico… 🙂

  2. Luca Baiguini dice:

    In effetti, un leader si riconosce anche nel suo saper dosare presenza ed assenza. La sfida che pongono questi scenari riguarda, anche, il cambio nelle modalità di gestire questa presenza / assenza.

  3. Tommaso Torti dice:

    Nell’ambiente informatico in cui sono immerso ho vissuto esperienze di lavoro da remoto; noto che la tendenza è evitarlo, sopratutto laddove l’ambiente richiede un alto livello di comunicazione. Può funzionare bene per brevi periodi, dove si nota un numero di distrazioni minori ma, in generale, molto meno affiatamento per ciò che si sta facendo. Mi chiedo: come può un manager essere efficace in una comunicazione che avviene per mail?

  4. Sara dice:

    Secondo me il carisma passa anche attraverso una mail. Il fatto è che non tutti i capi sono carismatici, mentre a bizzeffe ne trovi di autoritari.

  5. Luca Baiguini dice:

    @ Tommaso.In effetti, nella comunicazione via mail gli elementi di processo e relazionali (fondamentali nell’esercizio della leadership) sono davvero difficili da far passare.Credo che il discrimine non sia il breve o il lungo periodo, ma piuttosto quali tipologie di attività possono essere oggetto di lavoro singolo (e, quindi, anche da remoto) e quali, invece, necessitano di uno scambio anche visivo tra i partecipanti. Credo che questo argomento meriti una qualche riflessione…@ SaraIntroduci, con quest’ultimo commento, un argomento interessante: quello degli stili di leadership. Ne ho già parlato in alcuni post, ma mi riprometto di tornarci in modo più sistematico.Grazie a entrambi

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