Addio…

Apprendo da Nicola che il 31 marzo scorso è scomparso, a Palo Alto, Paul Watzlawick.
Ciò che penso, oggi, di me e del mondo, e come lo penso, non sarebbe lo stesso senza Watzlawick.

Come già abbiamo avuto occasione di notare, nulla disinganna più di una speranza che si avvera, e nulla illude più di una speranza frustrata.
Egli era dunque pienamente consapevole del suo ricercare e cosciente della domanda che poneva a tutti i contenuti e a tutti gli aspetti del mondo: è questo che cerco? Un giorno però vi fu una piccolissima svolta, proprio una di quelle che, essendo molto piccole, provocano grandi mutamenti. Egli cessò di chiedersi se avesse finalmente raggiunto l’obiettivo della sua ricerca e si rese conto che un qualsiasi questo non poteva mai essere altro che un nome attribuito a qualcosa che era in lui e non nel mondo esterno: e i nomi altro non sono che suoni e fumo. In quel momento scomparve la separazione tra soggetto e oggetto, come direbbero i filosofi.
Il mondo non può privarci di ciò di cui è privo, tornava a ripetersi con sua enorme meraviglia. E tornava a ripetersi anche la frase per lui singolarmente ricca di significato: Io sono più io di me stesso. Improvvisamente capì che la ricerca era stata l’unica causa del suo non trovare, che nel mondo non si può trovare, e non si può quindi avere, ciò che da sempre si è.
Per lui si avverarono così le parole dell’Apocalisse, che preannunciano la fine dei tempi: e sprofondò nella pienezza eterna del presente.
Ma visse in questa atemporalità solo per una frazione di secondo, perché, nel tentativo di fermarla, subito ricadde nella ipersoluzione di dare un nome all’esperienza e di cercare di riprodurla…

Questo è il finale di “Di bene in peggio“.
Questo era Paul Watzlawick.
Queste alcune tra le profondità del suo pensiero.

Citazione da Di bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico (1988) – Feltrinelli

4 commenti
  1. Nicola Menicacci dice:

    Per tanti aspetti, il più grande. Il suo "America, istruzioni per l’uso" è un grande documento di un grande osservatore. Da leggere assolutamente. Si potrebbe scrivere una commedia divertentissima a partire da quelle osservazioni.

  2. Luca Baiguini dice:

    Sì, davvero un grande.A volte, leggendolo, ho la sensazione che mi dia delle risposte a domande che non mi ero ancora posto…

  3. Giuseppe Vitale dice:

    “Io sono più io di me stesso”. Grande Watzlawick. Vaffanculo a quella risposta ultima, finale che come idioti ci mettiamo a cercare. Prima scopriamo che non c’è e meglio è.

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