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La leadership secondo McCullough

Il numero di Aprile di HBR Italia è ricco di spunti interessanti, a cominciare da un "Rapporto speciale sulla Formazione Manageriale 2008", di cui parlerò nei prossimi giorni.

Prima, però, alcune considerazioni dello storico americano David McCullough su quella che egli definisce la "Leadership senza tempo".
Ecco le caratteristiche che, secondo McCullogh, nel loro insieme ci danno una percezione chiara della prospettiva etica che accomuna i leader esemplari:

  • Senso della Storia, perché la Storia riguarda sia le persone, sia il rapporto tra causa ed effetto
  • Fortuna (il caso, la mano di Dio)
  • Capacità di sfruttare i momenti favorevoli
  • Capacità di riconoscere a prima vista il talento (e di giudicare le persone anche da come vivono l’insuccesso. I grandi leader non tollerano l’autocommiserazione, nè in se stessi nè negli altri)
  • Conoscenza, expertise, esperienza. Sapere, insomma, di che cosa si sta parlando (non solo accumulando informazioni, ma analizzando i problemi ed imparando a fare le cose sul campo)
  • Affidabilità, spina dorsale, forza di carattere (che significa anche coraggio di circondarsi di collaboratori esperti e capaci)
  • Sincero interesse per i propri collaboratori
  • Capacità di persuadere (Truman la definiva "la capacità  di far fare agli altri ciò che dovrebbero saper fare senza bisogno di dirglielo")
  • Ascolto. Fare le domande giuste e recepire ciò che dicono gli altri
  • Repulsione per l’avidità
  • Ambizione di eccellere

Ce n’è per tutti i gusti, insomma.
Una volta Robert Dilts ha detto che il successo è l’incontro tra un momento di fortuna e la preparazione meticolosa a quel momento.
Anche McCullough dedica un punto del suo elenco alla fortuna. Un punto. Il resto è preparazione meticolosa.