Parti da recitare
Sarà l’età, ma ormai mi commuovo per qualsiasi cosa. E in questi giorni di cose qualsiasi di questo genere ne sono successe pure troppe. Il fatto che entrambe le figlie cambieranno scuola è una (anzi, due) di queste. Le feste di fine anno, i grazie agli insegnanti, ad alcuni anche di più. Il fatto, soprattutto, che il ruolo di genitori vira nel tempo, gradualmente che nemmeno te ne accorgi. Poi arrivano questi momenti di passaggio e ti fanno rendere conto della strada fatta e di quanto siano cambiate loro, ma anche di quanto sei cambiato tu.
Un’altra di queste cose: per festeggiare la fine della scuola, insieme ad un concerto, tutta la famiglia. Ligabue a San Siro. Che dovrebbe essere roba da giovani, ma poi ci trovi gente di tutte le età e con i miei quarantaquattro non sembro poi così fuori posto. Canto Certe notti abbracciato alle mie figlie. E anche Le donne lo sanno. Le guardo per bene, le mie tre donne e mi rendo conto che sì, è proprio vero. Loro lo sanno. E mi commuovo. Ancora.
Poi leggo la pagina di un giornale, il giorno dopo, in cui mi si spiega che Ligabue è uno di quei rocker concilianti, che annullano il conflitto generazionale. Penso che sia vero, e che forse non è così “sano” essere a un concerto con le mie figlie e che non si capisca più chi è l’adolescente. Nello stesso tempo, però, non mi sembra così sbagliato. Io sono stato bene. Mi è sembrato che anche loro siano state bene.
Alla fine, una conclusione un po’ democristiana. Qualsiasi ruolo, anche quello di genitore, è fatto di di regole rispettate, di ruoli recitati a memoria, con la puntualità che crea e soddisfa aspettative. Mi viene da dire che un ruolo è fatto soprattutto di prevedibilità. L’accezione è positiva. Ma è fatto anche della rottura di queste regole, dell’essere adolescente con le figlie adolescenti, qualche volta. Tanto perché non diventi una gabbia, tanto per sorprendersi. Tanto per non essere troppo prevedibile.
Una volta, parlando con un imprenditore intelligente (settore distribuzione: abbigliamento) ci siamo detti che un buon punto vendita è fatto per il 90% di aspettative soddisfatte, e per il 10% di sorprese positive. Non il contrario.
Forse non si applica solo ai punti vendita.
Bella riflessione e senza dubbio tu sei un padre fortunato, che ha costruito sicuramente nel tempo la sua fortuna con la grande cura dedicata alle relazioni, all’ascolto. Questa attenzione ha creato lo spazio in cui si collocano con armonia la sorpresa, la virata, il gioco flessibile, la possibilità di sorprendere e sorprendersi. Bella questa armonia familiare bella e feconda. Grazie per averla condivisa