La legge di Kanter

Il numero in edicola di Harvard Business Review è centrato sul tema dell’insuccesso: come affrontarlo, comprenderne i motivi e reagire prima possibile.
Si stratificano, su questo tema (come è comprensibile), livelli di lettura fortemente differenziati. Mi stanno interessando in particolare due temi, quello della resilienza e quello dei cosiddetti near miss (incidenti mancati), successi che potrebbero essere dovuti a circostanze fortunate e che occultano i reali rischi corsi. Ne scriverò nei prossimi giorni.
Per oggi, trascrivo soltanto un paio di brani dell’articolo di Rosabeth Moss Kanter “Coltivare una cultura della fiducia“:

La differenza tra vincitori e perdenti dipende da come si gestiscono le sconfitte.
Anche per le più grandi aziende e per i professionisti più avveduti, una lunga lista di successi è accompagnata da cadute, scivolate e piccoli passi indietro. […]

Ecco perché ho coniato la legge di Kanter: “Qualsiasi cosa può apparire come un mezzo fallimento”. […]

Vincitori di lungo periodo devono spesso affrontare gli stessi problemi dei perdenti di lungo periodo, ma rispondono in modo diverso […]

La resilienza non è semplicemente una caratteristica individuale o un fenomeno psicologico: è sostenuta od ostacolata dal sistema circostante. I team che vivono in una cultura di responsabilità, collaborazione e iniziativa sono più portati a ritenere di poter affrontare qualsiasi tempesta.

 

1 commento
  1. Sara dice:

    Caro Luca,

    è proprio vero, la resilienza è il risultato dell’armonia di squadra. Una sorta di troposfera 🙂

    Per quanto mi riguarda, posso dire che la mia produttività è seriamente condizionata dal grado di armonia che si respira tra i collaboratori. Ti dirò di più, quando l’armonia di gruppo viene portata fuori, ad esempio nella pausa caffè o nella pausa pranzo, più facilmente emergono idee proposte e soluzioni originali. Altro che riunioni e brainstorming 🙂

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