Confrontarsi con Steve Jobs

Dan Pallotta, sul suo blog per HBR, propone un’idea provocatoria, sotto il titolo “Stop comparing yourself with Steve Jobs“.

L’idea è questa: il confronto con grandi modelli di vita o di business produce soltanto frustrazione, demotivazione e, in ultima istanza, impedisce di esprimere il proprio vero potenziale.
Ammirare una persona e cercare di imparare ciò che può insegnarci è una cosa, paragonarsi ad essa un’altra.
La comparazione, secondo Pallotta:

demotiva, demoralizza, e in generale si porta via ogni goccia di entusiasmo e vitalità.

Queste le conseguenze della frustrazione che deriva dal paragonarsi con modelli non raggiungibili, e dal porsi domande come:

Perché io non sono altrettanto creativo?
Perché non ho le sue capacità negoziali?

per finire con

Sono un perdente. Non sarò mai come lui/lei. Non sarò mai in grado di produrre risultati paragonabili… eccetera

Trovo interessante, sotto questo aspetto, l’approccio di Dilts al goal setting, nel quale l’utilizzo del benchmarking, e quindi di modelli esterni, viene inserito all’interno di un processo di definizione dei propri obiettivi, anche come stimolo per pensare “out of the box”.

Ponendosi domande come

  • Chi è stato in grado di raggiungere un obiettivo simile a quello che tu desideri? (Domanda sul benchmark)
  • Quali sono le caratteristiche (presenti nel modello che hai individuato) che vorresti si manifestassero nel tuo obiettivo? (Domanda sulla contestualizzazione del benchmark)

si distinguono, all’interno del modello oggetto di ammirazione, gli aspetti più appropriati e aderenti rispetto all’obiettivo e alla persona / team coinvolto nel suo perseguimento.

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