Manager nonostante
Sul numero in edicola de “Il mondo“, un breve articolo di Ivan Del Ponte riassume un’intervista a Claudio Fernández-Aráoz, noto headhunter di Egon Zehnder International e autore di Scegliere le persone giuste.
Il titolo: Italiani bocciati nella selezione
Fernández-Aráoz passa in rassegna punti di forza e di debolezza dei manager italiani, ed il catalogo è piuttosto interessante.
I manager italiani sarebbero:
- preparati per la volatilità
- preparati per la globalizzazione, per via della storia propria del nostro Paese, da sempre collezione di città-Stato
- flessibili
- abituati alla turbolenza dei mercati
- abituati all’instabilità politica, che in Italia pare essere la norma più che l’eccezione
- abituati ad avere a che fare con strutture normative molto pesanti
e fin qui i punti di forza.
Il punto debole principale, invece, sarebbe quello che
fanno le cose di testa loro e non seguono tanto le regole, intese come strumenti per prendere meglio le decisioni
E questo anche (e soprattutto) quando le decisioni hanno a che vedere con la selezione di persone adatte a ricoprire ruoli di responsabilità.
Fa riflettere un aspetto di questa analisi: i punti di forza sono tutti (e leggendo l’articolo si capisce piuttosto chiaramente) il frutto dei vincoli “atipici” che il lavorare in Italia pone alle pratiche manageriali. Visti da Fernández-Aráoz, i manager italiani, insomma, sono una specie che si è evoluta soltanto per riuscire a sopravvivere in un ambiente particolarmente inospitale.
C’è da rifletterci…
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