Il futuro degli MBA

Nell’ottobre del 2008, in occasione del centenario dalla fondazione della Harvard Business School, si è tenuto il Global Business Summit, nel quale imprenditori, manager, accademici hanno discusso una serie di temi in sessioni di confronto.
Uno dei temi discussi aveva a che vedere con il futuro della Business Education, ed in particolare dei Master of Business Administration.
A moderare l’incontro sono stati David A. Garvin e Srikant M. Datar.
Le analisi e le conclusioni generate dalle ricerche e dal dibattito mi sono parse davvero molto interessanti e provocatorie.

Eccone una sintesi:

  1. Gli MBA tradizionali (che negli Stati Uniti, al contrario che in Europa, si svolgono generalmente nell’arco di due anni accademici) sono in declino.
    Va sottolineato come i dati analizzati erano precedenti alla crisi economica, che, almeno in Italia, sembra aver dato una spinta al mercato degli MBA.
    Le considerazioni generali, però, guardando al di là delle contingenze degli ultimi mesi, mi sembrano valide:
    • c’è una pressione del mercato a ridurre i tempi: la durata degli MBA si sta spostando verso la formula di un anno accademico, nel quale però si comprime l’80% del numero di ore d’aula che prima era spalmato su due anni.
      Soltanto le business school al top nei ranking internazionali offrono MBA full time di due anni.
    • gli MBA full time vengono vissuti più come un “career switcher” (occasione per cambiare tipo di carriera) piuttosto che come “career accelerators” (occasione per dare un’accelerazione alla carriera). Per gli MBA part-time, invece, vale il contrario.
    • Sempre più i programmi MBA vengono offerti non con programmi generalisti, ma con specializzazioni ben delineate (MBA in supply chain management, o in finanza, eccetera).
       
  2. Parte del declino degli MBA è dovuto al fatto che non vengono più percepiti come fattori rilevanti per l’avanzamento di carriera.
    Questa percezione deve essere l’occasione per re-inventare l’esperienza MBA.
    Le ragioni di questo declino sono:
    • Omogeneizzazione dei programmi: nella maggior parte delle business school vengono adottati programmi e testi molto simili
    • Formazione percepita come eccessivamente accademica e con un impatto scarso sulla pratica quotidiana.
      In particolare, i recruiters e gli alunni ritengono si dovrebbe porre una maggiore enfasi su argomenti e skill pratici come:
      • Leadership
        Anche se di particolare importanza, la leadership non viene trattata a sufficienza soprattutto perché insegnarla non è semplice e richiede programmi fortemente personalizzati.
        L’appiattimento delle gerarchie richiede di ri-focalizzarsi su questo argomento.
      • Globalizzazione
        Declinata soprattutto nell’abilità di fare business con persone di culture diverse.
      • Capacità di comunicazione / presentazione delle proprie idee.
      • Capacità di problem setting in un ambiente ambiguo, in situazioni caratterizzate da scarsità di informazione o da information overload.
      • Auto-consapevolezza: i leader del futuro devono sapere essere anche riflessivi e introspettivi, e gli MBA non sviluppano queste capacità.
         
  3. Alcuni esperimenti e innovazioni sono stati introdotti nei programmi MBA e nei metodi di insegnamento, specialmente nelle top school.
    Alcuni esempi:
    • Globalizzazione
      La basi per un’educazione alla globalizzazione sono faculty e studenti internazionali.
      La INSEAD ha fondato un secondo Campus a Singapore, nel quale gli studenti sono esposti ad un’altra cultura ed un altro Paese.
    • Leadership
      Il Center for Creative Leadership propone moduli formativi focalizzati sullo sviluppo individuale, nei quali l’apprendimento avviene in piccoli gruppi o individualmente, ed è la conseguenza di un vero e proprio assessment.
    • Flessibilità e customizzazione
      Alla University of Chicago e a Stanford gli studenti hanno la possibilità di costruire piani di studio fortemente personalizzati, sia nei contenuti che nella sequenza degli argomenti, con pochissimi corsi obbligatori. A Yale si sta sperimentando una forma di curriculum integrato.
    • Innovazione e creatività
      La Stanford Design School aiuta gli studenti a sviluppare le loro capacità creative, secondo il modello IDEO
    • Capacità di comunicazione
      A Yale è partito un corso di una settimana focalizzato sul pensiero critico, nel quale gli studenti sono seguiti da un coach per quanto riguarda gli aspetti di comunicazione e di strutturazione del discorso.

C’è parecchio materiale su cui riflettere, a cominciare, per quanto mi riguarda, dall’enfasi posta sulle soft-skills e sulla necessità di innovazione nei metodi.
Credo tornerò a parlarne. Nel frattempo, aspetto i vostri commenti.

3 commenti
  1. Mario Gastaldi dice:

    Ciao Luca,
    bella serie di considerazioni sul fenomeno MBA.
    Mi piace soffermarmi sul declino degli MBA.
    Molti, ed autorevoli, attribuiscono alla tipica ispirazione degli MBA la scarsa capacità manageriale così diffusa nel mondo occidentale.
    La tipica impostazione amministrativista degli MBA ha costruito managers che hanno gestito le aziende in funzione esclusiva dei risultati a brevissimo termine. La conseguenza è stata la distruzione delle risorse organizzative, e della capacità di costruire ricchezza, (in senso ampio), nel lungo termine.
    L’etica nel business ne ha sofferto.
    Le conseguenze di questa cultura “amministrativista” vivono in numerosissimi esempi di organizzazioni incapaci di sopravvivere con le proprie forze.
    Probabilmente è proprio la filosofia, e il pensiero dominante, che hanno ispirato i percorsi MBA, la ragione centrale del loro declino?

  2. Giacomo dice:

    Ciao Luca,
    bel post!
    Vorrei aggiungere una riflessione.
    Anche le business school sono aziende a tutti gli effetti e, nella ricerca di crescita e fatturato, a volte si sono trasformate in “diplomifici” a scapito della qualità.
    Questo spesso ha penalizzato sia la formazione, sia la selezione dei candidati che spesso è stata “allentata” per avere più diplomati.

  3. Luca dice:

    Mario, Giacomo, grazie per i vostri commenti.
    Leggendoli insieme verrebbe da chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina. Nel senso: sono i manager che, formati negli MBA, portano una cultura della visione di breve periodo, oppure, al contrario, le pressioni da parte del mercato portano le aziende di formazione a concepire prodotti così strutturati?
    Credo che questo momento di crisi e di riflessione porterà, anche qui, dei cambiamenti. Per questo dobbiamo tenere alta l’attenzione e vivo il dibattito!

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