L’ansia da palcoscenico e l’Illusione di trasparenza
Quando entro in aula per un corso sul Public Speaking, una delle prime domande che faccio è: “Qualcuno di voi sarebbe in seria difficoltà, in questo momento ad alzarsi e presentarsi davanti alle altre persone in quest’aula?” (Il grassetto sulla parola “seria” non è casuale).
Succede abbastanza spesso che qualche mano si alzi.
L’ansia da palcoscenico è comune e colpisce anche persone esperte e preparate che, apparentemente, non avrebbero alcun motivo per temere il giudizio del pubblico.
Spesso, anzi, sono proprio i più preparati a vivere con angoscia il momento di esporre le proprie idee ed i propri progetti.
Uno studio interessante pubblicato nel 2003 sul “Journal of Experimental Social Psychology” propone un rimedio.
Gli autori, Kenneth Savitscky e Thomas Gilovich hanno chiesto ad un gruppo di studenti di tenere dei discorsi in pubblico senza preparazione.
La loro ipotesi era che l'”illusione di trasparenza” (cioè la credenza da parte di chi parla in pubblico che i suoi stati interni traspaiano in maniera evidente e vengano facilmente notati dagli ascoltatori) sia il punto di partenza per un circolo vizioso che porta una dose crescente di ansia da palcoscenico, impattando negativamente sulla performance dello speaker.
Durante il loro studio, gli autori hanno verificato l’ipotesi che il semplice informare i soggetti che si apprestano a tenere una presentazione circa il fatto che non è per nulla vero che le emozioni traspaiono in maniera così chiara e che il più delle volte il pubblico non nota per nulla l’ansia da palcoscenico dello speaker fosse sufficiente a migliorare la performance.
Sono stati creati, così, tre gruppi:
– il gruppo di controllo: ai soggetti non viene data alcuna informazione
– il gruppo informato: ai soggetti viene ampiamente spiegata l’illusione di trasparenza
– il gruppo rassicurato: ai soggetti viene detto che l’ansia è una condizione normale, e che essi devono fare del loro meglio.
In particolare, ai soggetti del gruppo informato è stato detto:
Credo ti possa aiutare sapere che le ricerche hanno dimostrato come gli ascoltatori non sono in grado di cogliere le tue emozioni bene quanto tu possa credere. Gli psicologi hanno documentato quella che viene chiamata “l’illusione di trasparenza”. Coloro che parlano in pubblico sentono che il loro nervosismo traspare chiaramente, ma le loro sensazioni, in realtà, non sono così visibili per il pubblico. Questo accade perché se la nostra esperienza emotiva è così forte, noi siamo certi che le nostre emozioni trapelino. Nei fatti, gli osservatori non sono così bravi nel cogliere lo stato emotivo di uno speaker quanto noi possiamo aspettarci. Così, quando tu ti senti nervoso, sei convinto che chiunque tra il pubblico sia in grado di capire quanto sia nervoso; in realtà questo accade molto raramente. Ciò che accade dentro di te, normalmente, si manifesta in maniera troppo sottile per essere colto dagli altri. Con questo in mente, ora dovresti rilassarti e cercare di dare il meglio.
Ricorda che se diventi nervoso, probabilmente sarai il solo ad accorgertene.
Ai tre gruppi di speaker è stato chiesto di parlare davanti ad una videocamera e ad uno specchio (del tipo di quelli utilizzati per gli interrogatori della polizia), dietro al quale i soggetti credevano ci fosse un pubblico (in effetti non c’era nessuno).
Risultato?
Gli speaker del gruppo informato hanno valutato la loro performance in maniera migliore , si aspettavano giudizi migliori da parte dell’audience dietro allo specchio, e hanno giudicato sè stessi come apparentemente molto più rilassati rispetto agli altri due gruppi. Inoltre, quando i video sono stati sottoposti a dei valutatori indipendenti (che non conoscevano a quale gruppo appartenesse ogni speaker), i soggetti del gruppo informato sono apparsi più rilassati, espressivi, efficaci, composti, stilisticamente evoluti rispetto agli altri.
L’essere informati dell’illusione di trasparenza, concludono gli autori, ha permesso ai soggetti di manifestarsi come speaker migliori.
Via Psychology Today
Sul tema del public speaking e di come costruire una strategia di comunicazione in pubblico ho scritto un libro: Il design delle idee (Egea Editore). Più informazioni qui
E’tutto molto interessante
.
E quindi? Io amo parlare in pubblico, ma vado in ansia i primi secondi, battito cardiaco calore alla testa e perdita di controllo. Tragico, anche perchè io so che nessuno si accorge, che ci metto pochi secondi a recuperare andando a ruota libera (leggere e peggio) poi parlo due ore senza problema. Quei secondi mi angosciano specie la sera prima. Ma ci provo, non mi tiro indietro. Prendo inderal 1/4 compressa un’ora prima della presentazione. Ma a volte capita una riunione all.improvviso…..posso prenderlo tutti i giorni?
Grazie Claudio per il commento.
Non sono un medico, e non mi permetto di darti consigli circa l’assunzione di farmaci.
Magari potresti valutare un percorso di coaching (lo dico senza conflitto di interessi, visto che non sono un coach) che ti consenta di porti un obiettivo concreto su questo punto, con qualcuno che ti stimoli a monitorarne l’avanzamento e ti reindirizzi in caso di “sbandamenti”.
In bocca al lupo!